Modello BDI (Belief, Desire, Intention)

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Ivan Campolieti
abstract

Lo sviluppo di sistemi che richiedono gestione e controllo di compiti in contesti complessi e dinamici acquisisce continuamente un’importanza commerciale rilevante. Si pensi ad esempio a sistemi concepiti per la gestione e il controllo del traffico aereo oppure alle reti di telecomunicazioni, ai veicoli spaziali ecc. I sistemi computazionali tradizionali hanno limiti pratici quali l’accesso all’informazione e limiti computazionali legati alle caratteristiche delle risorse impiegate. [4] I sistemi software convenzionali sono stati sviluppati prevalentemente per mondi statici in cui il contenuto informativo è certo e completo. Mentre i sistemi moderni devono fronteggiare con risorse limitate un contesto variabile secondo modalità non prevedibili e per il quale si dispone di conoscenza locale, dunque parziale. Questi vincoli influenzano lo sviluppo di architetture computazionali idonee ai domini applicativi attuali. Dall’impiego di tecniche software convenzionali per lo sviluppo di sistemi come quelli sopra riportati si evince la grande difficoltà nell’implementazione, nel controllo e nella manutenibilità degli stessi.
I sistemi Agent-Oriented offrono approcci radicalmente diversi e innovativi rispetto alle tecniche convenzionali offrendosi come soluzioni alle difficoltà emerse dall’impiego di queste ultime. Uno tra gli approcci proposti immagina che il sistema sia un agente razionale dotato di tre atteggiamenti mentali: Belief, Desire, Intention (BDI) corrispondenti rispettivamente agli stati informativi, motivazionali, intenzionalidell’agente.

outcomes